Più di 5.000 milioni di euro: questa la spesa annua complessiva stimata da CONSIP per il consumo energetico del patrimonio edilizio pubblico distribuito su tutto il territorio nazionale. Un patrimonio fortemente "energivoro" con un alto potenziale di risparmio alla luce di un indice di consumo pari ad oltre200 kWh/m2/anno, ben superiore alla media dei patrimoni pubblici di altri Paesi Europei.
L'efficienza energetica si coniuga sempre più con il tema dell'innovazione ed è oggi una vera opportunità per tutte le Amministrazioni Pubbliche, non solo ai fini del risparmio, ma anche dell'aumento della qualità finale del servizio reso ai cittadini - commenta Enrico Colombo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cofely Italia, Gruppo GDF SUEZ -. Tuttavia, le difficoltà dell'attuale scenario economico hanno comportato riduzioni della spesa pubblica in questo settore e hanno inciso sull'andamento del mercato. Vi è, quindi, necessità di azioni concrete che rilancino il settore, di iniziative coordinate e continue che promuovano e sostengano economicamente un piano di efficientamento a livello nazionale del patrimonio pubblico, al fine di creare sinergie tra Enti e operatori di mercato, quale base per uno sviluppo sostenibile del Paese".
"Ritengo che l'efficientamento del patrimonio pubblico sia un obiettivo prioritario che, tra l'altro, coincide con gli indirizzi europei - precisa Luca Navarra, Vice Presidente di ACER -. Qualora le risorse pubbliche non fossero sufficienti al perseguimento di tale obiettivo, occorre individuare soluzioni che consentano agli operatori privati la sostenibilità degli investimenti".
"In questa ottica è indispensabile definire, per i diversi settori di intervento, linee guida redatte con le istituzioni tecniche che indichino agli utilizzatori finali - in particolare per il settore pubblico - il percorso tecnico ed amministrativo da seguire per intervenire in modo organico sul sistema edificio impianto o infrastruttura - commenta Vincenzo Albonico, Presidente di AGESI -. Queste linee guida indicheranno le possibili fonti di finanziamento che, considerato l'ammontare degli investimenti necessari, dovranno essere ricercate, oltre che direttamente attraverso il finanziamento tramite terzi delle ESCO, anche ed in parallelo su altre fonti (fondamentalmente da fondi rotativi italiani ed europei), con coperture parziali da parte dei fondi di garanzia oggi esistenti. Si potranno, quindi, attivare e stimolare gli investimenti privati, purché si riesca in parallelo a garantire - per gli interventi prefinanziati e realizzati attraverso contratti di Servizio Energia a garanzia di risultato - il rispetto dei pagamenti contrattualmente previsti a livello europeo".
"Il patrimonio pubblico presenta ampi potenziali di intervento per la riduzione dei consumi energetici, delle emissioni e delle bollette - afferma Dario Di Santo, Direttore di FIRE -. La visione di insieme della città, che può diventare smart grazie al giusto mix di idee, nuove tecnologie e pianificazione, si coniuga con la possibilità di intervenire sui singoli siti. I vincoli di spesa rendono difficili gli investimenti per le amministrazioni pubbliche, ma esistono strumenti che consentono di superare queste problematiche, come il ricorso alle ESCO e al finanziamento tramite terzi e le proposte della CONSIP, supportati in parte da programmi europei (Jessica, Energy efficiency fund) e nazionali (Fondo Kyoto e altri incentivi) e basati sui flussi di cassa generati dal risparmio energetico. Per poterli sfruttare occorre, però, che si verifichino due condizioni fondamentali, su cui il Governo dovrebbe impegnarsi visto l'impatto sull'economia in generale: la puntualità dei pagamenti e un quadro di regole che favorisca gli investimenti di terzi invece che ostacolarli, attraverso regole chiare e stabili. Con le giuste condizioni l'efficienza energetica può rappresentare una delle chiavi per la rinascita del Paese".
Fonte: INFOBUILD-ENERGIA